I trulli in Puglia
E’ stato detto che quando vediamo un trullo possiamo essere certi di essere arrivati in Puglia. Questo perché si tratta delle costruzioni tipiche per eccellenza del territorio pugliese, qualcosa che non potremo trovare altrove.
La storia che si cela dietro queste strutture è davvero affascinante. In questo articolo la andremo a scoprire assieme. Vedremo anche cosa rende queste abitazioni così ambite in ambito turistico.
Dove si trovano i trulli?
Possiamo iniziare a vedere dei trulli o comunque delle costruzioni simili nella provincia di Bari. La zona con la più alta concentrazione di trulli rimane comunque la Valle d’Itria, l’area compresa tra le città di Bari, Ostuni e Taranto. Benché siano dislocati un po’ dappertutto, la città con il numero maggiore di trulli è Alberobello. Il centro storico della città è entrato a far parte anche dei siti patrimonio dell’Unesco. In Salento troviamo delle costruzioni simili ma con delle differenze sostanziali nella forma e nella struttura. Si tratta delle lamie, delle pajare e dei furneddhri.
Oggi i trulli restaurati sono diventati molto richiesti in ambito turistico. Alloggiare in una simile abitazione tipica è un’esperienza esclusiva che permette di entrare a contatto con il territorio a 360 gradi. Su perle di puglia potremo trovare i più bei trulli con piscina ed altre residenze di lusso dove alloggiare durante tutti i periodi dell’anno.
La loro storia
Le motivazioni che stanno alla base della loro diffusione sono diverse. Una di questa è l’elevata concentrazione di pietre nei terreni, che sono di origine carsica. Lavorare la terra è una vera sfida, e così, un po’ per ingegno ed un po’ per necessità, si è pensato di utilizzare a proprio vantaggio l’abbondanza di pietra, sia per costruire dei ripari per le famiglie di contadini che per delimitare i terreni con dei muretti a secco, che si trovano un po’ d’appertutto, anche in Salento. La loro particolarità risiede soprattutto nel fatto che non viene utilizzata alcuna malta. Semplicemente si sovrappongono le pietre ad incastro secondo una logica ben definita e sfruttando la loro forza meccanica, con il tetto che si chiude in cerchi concentrici fino all’apice della volta, dando origine ad una costruzione solida e resistente.
Per quale motivo venivano realizzati senza malta? La storia è abbastanza curiosa. Nel 1500 circa, i conti di Conversano decisero di concedere agli agricoltori ed alle loro famiglie determinati benefici, tra cui la possibilità di insediarsi in case costruite direttamente sui terreni dove lavoravano. Il tutto, però, ad una condizione. Queste abitazioni dovevano essere demolite nel momento in cui si avvicinava l’emissario del vicerè di Napoli preposto al pagamento dell’imposta sugli immobili, imposta che non poteva essere pretesa nel momento in cui rimaneva soltanto un mucchio di pietre.
Sui tetti possiamo notare che molti di essi espongono dei simboli che hanno a che fare con l’astrologia e con dei riti propiziatori pagani, mentre in altri casi si tratta solamente di simboli legati alla natura o che riportano le iniziali del nome del proprietario.